La legatura è nata per la necessità di conservare i libri antichi
nelle migliori condizioni senza i danni derivanti dall'uso.
La
legatura
dei libri antichi e dei libri rari col tempo si è trasformata
in arte vera e propria, dando al libro una veste sempre più elegante
e a volte addirittura preziosa.
La prima forma di legatura è considerata la cordicella che teneva
riunite le primitive tavolette di legno o di avorio.
Ma di legatura vera e propria si cominciò a parlare quando il libro
assunse la forma di codice, cioè un insieme di fogli cuciti e ricoperti
da una copertina esterna.
Antecedenti alle legature vi erano le cosidette "capsae o scrinia",
rotoli di papiro conservati in custodie di creta o di legno.
Restano pochissime testimonianze circa le legature risalenti ai sec.VIII-IX
d.c.
Erano costituite da due assicelle lignee, unite tra loro da strisce in pelle
e spesso ricoperte esse stesse con pelle non attaccata al legno ma ripiegata
su di esse, il più antico esempio risale all’VIII sec. ed è
conservato nella biblioteca di Fulda (nord/est di Frankfurt am Main, D).
Il cuoio umido, per essere decorato veniva impresso con strumenti sottili,
punzoni, o con placche metalliche, che a pressione lasciavano l’impronta
del disegno preparato precedentemente. Parti di rinforzo agli spigoli e
borchie rinforzavano la legatura, così come spesso fermagli li tenevano
chiusi, onde evitare che la polvere entrasse tra i fogli.
I legatori romani usarono materiali preziosi, argento, oro, avorio scolpito.
"Glutinatores" erano coloro che incollavano e cucivano i fogli.
"Malleatores" quelli addetti alla battitura dei tomi mediante
un martello per renderli più compatti.
"Paenularii" quelli che applicavano la copertina al volume.
Si trattava cioè di specialisti, addetti alle varie operazioni; conosciuti
meglio nei monasteri come i "ligatori librorum".
I legatori diedero vita sempre più a vere e proprie opere d'arte
ove apponevano addirittura la propria firma, e sviluppando così l'arte
legatoria fino a raggiungere punte notevoli in termini di prezioisità
ed eleganza.
Nel sec. XV la pelle veniva attaccata saldamente alle assicelle lignee e
incominciavano le decorazioni mediante impressione a secco.
Questo tipo di legatura venne chiamata "gotica" o "monastica".
Le assicelle lignee venivano ricoperte non solo in pelle, ma anche in stoffe
pregiate, come seta , velluto, damasco e anche in pergamena, con borchie,
fermagli e cantonali in metallo a volte prezioso, come oro e argento sbalzato
e filigranato.
In queste legature il titolo veniva scritto per lungo, sul taglio del libro,
perchè i libri antichi venivano conservati coricati, anzichè
dritti.
Verso la fine del sec. XV a Firenze si usarono le prime applicazioni di
dorarura, che si svilupparono sopratutto nel secolo successivo, in particolare
a Venezia, i cui legatori si ispirarono alle legature persiane, importate
dai mercanti nei loro viaggi, introducendo l'uso del "Marocchino",
ovvero pelle di capra sottoposta a particolare trattamento.
I legatori veneziani, incominciarono ad usare al posto delle assi lignee,
dei piatti di cartone, ottenuti pressando numerosi fogli di carta, anche
per ridurre il peso del volume.
In molti casi si usavano scarti di libri antichi precedenti per fare legature
nuove.
La maggior parte delle legature era eseguita nei conventi, dove gli amanuensi
copisti trascrivevano i fogli dei libri antichi, successivamente l’arte
del legatore si trasferì anche nel mondo laico affiancandosi agli
stampatori e presso le università, in particolar modo dopo il 1480,
quando i libri antichi si moltiplicarono divenendo d’uso corrente.
Spesso i fogli dei libri antichi erano spediti agli acquirenti che li facevano
legare in proprio, ecco la ragione delle differenti legature fra libri rari
di stessa tiratura.
La tecnica decorativa si specializzò con l’uso delle placche
metalliche, che in una sola pressione creava decorazioni sul piatto, anche
permettendo la riproduzione di scene figurate a temi vari, dalla mitologia
alla religione, alle scene di genere.
Per sopperire alle richieste crescenti di libri antichi d’uso, resistenti,
ma anche più economici, si passò a legature in pelle con decorazioni
a rullo, piccolo cilindro metallico che permetteva di ripetere in continuità
il motivo che portava inciso.
La legatura in marocchino, un tipo di pelle raffinata e lussuosa come abbiamo
detto, caratterizzò le richieste delle famiglie principesche e dei
signori; il nuovo materiale era proveniente dal mondo arabo ed in particolare
da Cordoba attraverso le Baleari verso Napoli, o da Costantinopoli.
In Italia le opere migliori provenivano dall’officina di Aldo Manuzio
a Venezia, la cui influenza presto si diffuse in tutto il settentrione,
soprattutto per libri antichi di piccole dimensioni, oggi detti tascabili.
I re di Francia erano affascinati dalle legature italiane e le commissioni
che fecero portarono l’arte della legatoria alla diffusione europea;
presto si aprirono botteghe in grado di competere se non superare la maestria
italiana.
Al proposito si conosce il nome di Tommaso Maioli (c.1572) che francesizzato
divenne Mahieu; altro nome importante fu Jean Grolier (1479-1565) le cui
legature furono diffuse in tutta Europa, oppure quelle dette del "vaso
rotto" di Geoffry Tory, altri furono i Monnier, i Padeloup, i Dérome
o il famoso Bartolomé Alcazar.
Un’altra tecnica era quella "Gascon" consistente in piccoli
pezzi di pelle intagliati, simmetrici, ricoperti di marocchino di colori
diversi, uniti da intrecci a nastro, lo specialista fu Florimond Radier;
derivazioni diedero nome ai motivi a ventaglio o a merletto, così
come le decorazioni centrali che si spostarono verso la cornice esterna.
Un tipo di decoro a ventaglio, molto rilevante, fu diffuso nel Veneto e
ne è testimone il libro Ristretto della Valsugana di Gerolamo Bertondelli
stampato a Padova nel 1665, conservato a Vienna nella Biblioteca Nazionale
Austriaca.
Verso la metà del 17OO la legatura comincia a perdere le sue caratteristiche
di oggetto d'arte e passa a forme più industrializzate.
In pratica la legatura non doveva essere un pezzo a se, ma doveva essere
prodotta in serie, pur conservando la sua eleganza e la sua funzione primaria
della difesa del libro.
I piatti divennero meno ricchi e si usarono per lo più semplici filetti
o leggere decorazioni, con disegni al centro del piatto, solitamente stemmi.
Tra il 1600 e il 1700 le legature andarono semplificandosi per il pubblico
medio, anche se rimanevano pregiate per un pubblico d’elite; la Rivoluzione
Francese, le scoperte archeologiche influirono con i loro motivi a fare
nuove decorazioni, finchè l’uso della macchina e la produzione
industriale indusse a opere fredde ed impersonali, in parte mitigate nell’ottocento
dallo stile a "cattedrale" e rifiorite con Morris e Crane nelle
legature Liberty, nell’epoca moderna il books di consumo segna il
tramonto delle legature in pelle o cuoio, ormai riservate solamente a preziosi
libri d’arte e da collezione.
La legatura non ebbe quindi trasformazioni col passaggio dal libro manoscritto
al libro a stampa, in quanto gli artigiani che già legavano i manoscritti
si occuparono dei libri a stampa con le stesse tecniche.
Si continuò così a riscoprire il dorso e i piatti del libro,
di legno o di cartone, con stoffe preziose o con pelle di vitello, stampate
con piccoli ferri e con ornamentazioni diverse.
La comparsa della stampa provocò solamente la necessità di
moltiplicare le legature, che per la maggior parte dovevano essere d'uso
corrente.
Il libro cessa di essere un oggetto privilegiato o quasi esclusivamente
monastico.
Inizialmente, i libri a stampa non venivano legati tutti appena editi, bensì
venivano spediti ai vari librai a fogli sciolti, tranne pochissimi esemplari,
per essere legati in un secondo momento, quando venivano venduti.
La legatura era perciò commissionata dal cliente, secondo i suoi
gusti personali, col proprio nome e spesso col proprio stemma.
Man mano che aumenta la produzione di libri, la legatura perde in bellezza
e anche in solidità fino a giungere ai libri non rilegati "in
brossura" che sono i più numerosi (libri di scuola, libri tecnici
e tutti i libri di uso corrente.
Le legature editoriali industriali moderne sono adatte a una pura e semplice
conservazione del libro, ma non costituiscono più oggetti d'arte
raffinati e preziosi.
Esistono ancora legature artistiche, ma usate solo per opere di eccezionale
prestigio e comunque non eseguite a livello d'oggetto d'arte, ma solo a
livello di ottime tecniche non più comunque artigianali.
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