trasformare i bambini in lettori
Giochiamo con un libro
Il racconto di un'esperienza di "animazione del libro", un percorso divertente per trasformare i bambini in lettori. Funziona? Sì, a patto che i genitori...PERCHÉ SI LEGGE SEMPRE DI MENO?
La prima cosa che faccio quando comincio un nuovo laboratorio di "animazione del libro" è quella di disegnare alla lavagna dieci omini stilizzati e poi di chiedere ai bambini: -Sapete quante di queste dieci persone, tutte adulte, l'anno scorso non hanno letto neanche un libro? Dopo tre o quattro tentativi qualcuno indovina la risposta: sei persone. Prendo il gesso e cancello altrettanti omini. A questo punto cominciamo a riflettere insieme su questo dato e i bambini, che non sono stupidi, avvertono subito tutta la gravità della situazione: sei su dieci significa comunque più della metà e la cosa sembra a loro, e anche a me, piuttosto preoccupante.Se a quel punto facessi qualche domanda indiscreta scoprirei molto probabilmente che diversi dei loro genitori rientrano appunto in quel 60% di adulti che non hanno tra i loro passatempi quello della lettura, o almeno della lettura di libri, ma questo sarebbe pericoloso e così scelgo un'altra strada, un po' più indiretta:
-Sapete perché queste persone hanno smesso di leggere?
Qui le ipotesi si sprecano e sono tra le più fantasiose, c'è anche qualcuno che tira in ballo questioni economiche ("i libri costano troppo") o di bruciore agli occhi, ma per il resto mi parlano di mancanza di tempo, di mancanza di voglia, della preferenza per la televisione, della stanchezza, ecc.
UNA "MALATTIA" CHE SI PRENDE DA PICCOLISSIMI
-Tutte cose vere e sacrosante- dico loro quando l'elenco si è esaurito -ma ce n'è una che non avete detto. Sapete qual è?A questo punto basta un silenzio leggermente più lungo per creare la giusta suspense e finalmente sparo la mia bordata: -Tutte queste persone non leggono più da grandi perché nessuno ha letto loro le storie quando erano piccoli!
Qualcuno non ci crede, qualcuno protesta dicendo che a lui le storie gliele leggono tutte le sere ma che non gli piace leggere lo stesso, qualcuno tace pensieroso o chiede spiegazioni. E allora eccole le spiegazioni (ad uso degli adulti): la lettura è una malattia contagiosa e può trasmettere il contagio solo chi è "ammalato". È semplice, è quasi banale e lo capiscono meglio i bambini degli adulti, i quali credono che basti dire a un figlio "leggi!" senza che il figlio stesso li abbia mai visti con un libro in mano. Come si può far amare ciò che non si ama? E del resto non vale lo stesso principio se si vuole trasmettere la passione per la pallacanestro, la pesca sportiva o il canto lirico? Leggete molto e i vostri figli leggeranno molto.
Ai bambini, però, non dò mai troppe spiegazioni, chiedo semplicemente se hanno voglia di ascoltare una bella storia e una volta ricevuto l'immancabile consenso (a chi non piace ascoltare una bella storia?) comincio a leggere a voce alta, come si faceva una volta.
IL LABORATORIO DI "ANIMAZIONE DEL LIBRO"
Parte da queste semplici considerazioni l'idea dell' "animazione del libro" o, come qualcuno la chiama, "animazione della (alla) lettura", cioè di un insieme di attività che riavvicinino i bambini e i ragazzi al libro e al piacere di leggere in generale. Prima si comincia e meglio è ed è per questo che, nella maggior parte dei casi, ci si rivolge ai bambini delle materne e delle elementari, ma l'attività è vivamente raccomandata anche alle medie e alle medie superiori, dove non mancano esperienze simili.Cercherò dunque di spiegare brevemente che cosa succede, a scuola o in una biblioteca, durante un laboratorio di animazione del libro.
Della prima attività ho già detto: leggiamo ad alta voce.
Si potrebbe scrivere un trattato in proposito, qualcuno lo ha anche scritto; qui basti ribadire che questa è la chiave di volta del problema lettura: bisogna abituare o ri-abituare pazientemente i piccoli e anche i più grandi all'arte dell'ascolto, ad apprezzare la lettura ad alta voce che "ha caratteristiche benefiche per i bambini sia sul piano dell'intelligenza sia su quello dell'emotività" come ci conferma Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell'età evolutiva particolarmente attenta al problema.
È talmente vero questo che qualcosa del genere è stato tentato in una clinica di Boston nella quale, oltre a diverse iniziative a sostegno della lettura, al pediatra è permesso prescrivere ai genitori tot minuti di lettura al giorno per tot giorni, prima che il bambino vada a letto.
Certo deve trattarsi di un modo di leggere accattivante e coinvolgente, niente a che vedere con il modo meccanico e mortificante con cui troppo spesso si legge a scuola.
E tuttavia anche su questo fronte qualcosa sembra cambiare se è vero, come risulta da una recente indagine Doxa (giugno '97) eseguita su un campione di 106 insegnanti di area linguistica della scuola dell'obbligo, che l'86,3% di questi legge personalmente agli alunni libri di narrativa.
Si potrebbe scrivere un trattato in proposito, qualcuno lo ha anche scritto; qui basti ribadire che questa è la chiave di volta del problema lettura: bisogna abituare o ri-abituare pazientemente i piccoli e anche i più grandi all'arte dell'ascolto, ad apprezzare la lettura ad alta voce che "ha caratteristiche benefiche per i bambini sia sul piano dell'intelligenza sia su quello dell'emotività" come ci conferma Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell'età evolutiva particolarmente attenta al problema.
È talmente vero questo che qualcosa del genere è stato tentato in una clinica di Boston nella quale, oltre a diverse iniziative a sostegno della lettura, al pediatra è permesso prescrivere ai genitori tot minuti di lettura al giorno per tot giorni, prima che il bambino vada a letto.
Certo deve trattarsi di un modo di leggere accattivante e coinvolgente, niente a che vedere con il modo meccanico e mortificante con cui troppo spesso si legge a scuola.
E tuttavia anche su questo fronte qualcosa sembra cambiare se è vero, come risulta da una recente indagine Doxa (giugno '97) eseguita su un campione di 106 insegnanti di area linguistica della scuola dell'obbligo, che l'86,3% di questi legge personalmente agli alunni libri di narrativa.
Una volta goduto appieno di ciò che si è letto solitamente giochiamo col testo.
Attenzione però, si tratta di giochi orali, talvolta anche corporei, in continuità con un'attività squisitamente orale come quella dell'ascolto. Forse che noi adulti dopo la visione di un bel film ne facciamo il riassunto? o ne stendiamo una breve relazione specificando "che cosa ci ha colpito di più"? Ne parliamo tranquillamente con gli amici, dividiamo con loro le emozioni, riviviamo le scene salienti, magari le recitiamo anche un po'. Così piace fare anche ai bambini, parlando dei personaggi, manipolando le situazioni del libro, inventando delle varianti e così via.
Attenzione però, si tratta di giochi orali, talvolta anche corporei, in continuità con un'attività squisitamente orale come quella dell'ascolto. Forse che noi adulti dopo la visione di un bel film ne facciamo il riassunto? o ne stendiamo una breve relazione specificando "che cosa ci ha colpito di più"? Ne parliamo tranquillamente con gli amici, dividiamo con loro le emozioni, riviviamo le scene salienti, magari le recitiamo anche un po'. Così piace fare anche ai bambini, parlando dei personaggi, manipolando le situazioni del libro, inventando delle varianti e così via.
UN LIBRO DA MONTARE E RIMONTARE
E da ultimo ci dedichiamo ad una attività che li gratifica sempre molto: costruiamo insieme dei libri.
Sull'esempio di quelli letti oppure no, ma con lo scopo principale di "smontare il giocattolo" per poi rimontarlo. Così i bambini scoprono che coi libri si può giocare fisicamente, si impadroniscono dei loro segreti, imparano alcuni trucchi legati all'uso dei materiali e delle forme, delle parole e delle immagini e quando riprendono un libro in mano lo guardano con occhi diversi, più profondi e consapevoli.
È inutile dire che i libri che costruiamo servono per essere letti a voce alta!
Quando ci salutiamo, dopo tre, cinque, sei incontri, un piccolo seme è stato gettato.
Germoglierà? Sì, ma ad una sola condizione: che il gioco continui in famiglia, che la familiarità coi libri sia coltivata pazientemente anche dai genitori.
Sull'esempio di quelli letti oppure no, ma con lo scopo principale di "smontare il giocattolo" per poi rimontarlo. Così i bambini scoprono che coi libri si può giocare fisicamente, si impadroniscono dei loro segreti, imparano alcuni trucchi legati all'uso dei materiali e delle forme, delle parole e delle immagini e quando riprendono un libro in mano lo guardano con occhi diversi, più profondi e consapevoli.
È inutile dire che i libri che costruiamo servono per essere letti a voce alta!
Quando ci salutiamo, dopo tre, cinque, sei incontri, un piccolo seme è stato gettato.
Germoglierà? Sì, ma ad una sola condizione: che il gioco continui in famiglia, che la familiarità coi libri sia coltivata pazientemente anche dai genitori.
VENTI MINUTI DI LETTURA PRIMA DI DORMIRE
Ecco dunque -in aggiunta a quello che farà la vostra scuola o la biblioteca- alcune "pillole" per mamma e papà:Cominciate a leggere con vostro figlio prima che sappia leggere: guardando con lui le illustrazioni, raccontando la vicenda con parole vostre, lasciandogli tutto il tempo per esplorare le varie pagine.
Non smettete di leggere dopo che lui ha imparato, ma mantenete l'abitudine di fargli ascoltare ogni giorno (meglio ogni sera) qualche pagina; diciamo per una ventina di minuti. E mi raccomando: fatelo con entusiasmo o non servirà a niente!
Riparlate di ciò che avete letto, giocateci, fate entrare i personaggi incontrati nell'immaginario quotidiano e le espressioni lette nel lessico famigliare.
Assecondate i loro gusti. Non obbligateli mai a letture che secondo voi sono irrinunciabili! Lo so che esistono i "classici", ma lasciate che ci arrivino quando sono pronti, senza scandalizzarvi se quello che piaceva a voi a loro non piace proprio.
Regalate libri ai vostri bambini. Fornite loro materiale per costruire un ricco bagaglio fantastico, e perché i loro gusti si affinino e le loro capacità di scelta migliorino portateli in libreria, almeno qualche volta.
Portateli in biblioteca, fateli familiarizzare con questa "casa dei libri" e con la "sezione ragazzi" in particolare. Qui scopriranno, tra l'altro, di non essere i soli a coltivare la passione per le storie horror o per i dinosauri.
Quanto a lungo deve durare la "cura"? Beh, diciamo fino alla volta in cui vostro figlio, che avete appena chiamato a tavola, non vi risponderà: "Un momento che finisco il capitolo!". Oppure non vi risponderà affatto.
Roberto Pavanello
da "Noi genitori e figli"
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