Sex and the Vatican
L’Italia ignora il libro , Sex and the Vatican
Prometteva di stimolare la discussione e creare un po’ di scalpore,  secondo la notizia di agenzia dell’Ansa del 18 aprile (secondo quanto  affermato il 18 aprile dall’ANSA, l’agenzia italiana).
E  in effetti sembrava proprio così quando il libro di Carmelo Abbate,   “Sex and the Vatican”, è stato pubblicato lo scorso mese. Il libro è il   risultato di un’inchiesta dell’autore, pubblicata l’anno scorso dal   settimanale Panorama, sulla doppia vita di alcuni preti gay a Roma.
“Sex and the Vatican”, tutttavia, molto più a fondo. Parla di  problemi  tabù per la Chiesa cattolica  come le donne che diventano  amanti di preti e dei loro figli (e dei  loro aborti). Riporta i  dettagli delle presunte violenze sessuali subite  dalle suore ad  opera  di preti. E conclude che gran parte del clero conduce una doppia  vita a  causa del peso enorme imposto loro dall’insistenza del Vaticano  sulla  necessità di condurre una vita di celibato e castità.
Converrete che si tratta di un argomento scabroso. L’edizione  francese è schizzata al numero 12 della classifica dei saggi più venduti  di 
Amazon.fr e la prima edizione è andata esaurita in meno di una settimana.
Abbate è stato intervistato a lungo durante uno dei programmi di  attualità televisivi francesi in prima serata. Ci sono stati articoli su  di lui e sul suo libro in  diversi quotidiani francesi. Al momento la  televisione francese sta  preparando un documentario basato sulle sue  rivelazioni.
In Italia, al contrario, la pubblicazione di “Sex and the Vatican” è  stata accolta da un muro di imbarazzato silenzio.  È come se il libro  non fosse mai stato pubblicato. Prima di scrivere  questo articolo, ho  fatto una ricerca nella banca dati Factiva dei  giornali per controllare  che la mia impressione soggettiva fosse  corretta. La ricerca ha  indicato che, a parte la notizia dell’Ansa (e  una estesa presentazione  su Panorama), l’unico articolo su “Sex and the  Vatican” nella stampa  italiana è apparso il 27 aprile su un quotidiano   finanziario milanese a  bassa tiratura, Finanza e Mercati.
Naturalmente ci saranno quelli che ritengono il libro di Abbate solo  un caso di sensazionalismo becero. Tuttavia i suoi meriti e demeriti non  sono stati neppure discussi, in Italia. Tutto ciò è inquietante per  almeno una ragione, o forse due. Ciò mostra che, nonostante la fine  della Democrazia Cristiana, la vita pubblica italiana continua ad essere  influenzata dalla Chiesa cattolica in un modo che è profondamente non  salutare.  La questione, che senza dubbio non sarà mai risolta, è se il  silenzio  che ha avvolto “Sex and the Vatican” è il risultato di  un’autocensura e  un malposto senso di rispetto da parte dei giornalisti  italiani, o se è  dovuto ad un intervento diretto delle gerarchie  ecclesiali.
Se la ragione fosse quest’ultima, allora il libro di Abbate è stato  trattato in un modo che rispecchia esattamente le principali accuse  contro la Chiesa cattolica negli scandali di abusi sessuali degli ultimi  anni:  invece di occuparsi delle cause del problema, i leader della  Chiesa lo hanno occultato facendo finta che non esistesse. I preti e i  monaci che sono stati trovati colpevoli di abusi (e in molti casi anche  di  violenze sessuali) nei confronti di bambini o adolescenti, sono  stati  trasferiti in altre diocesi o comunità; le accuse sono state  soffocate e gli accusatori discreditati, perché  la considerazione più  importante non era l’eliminazione delle mele  marce, ma la protezione  della reputazione dell’industria da cui  provenivano.
Qualunque sia il grado di coinvolgimento della Chiesa nella sepoltura  mediatica di “Sex and the Vatican”, l’ipocrisia  che si indovina è la  stessa dei vescovi che per decenni hanno fatto  finta di non vedere i  preti che erano noti o sospetti assalitori.
La  settimana prossima il Vaticano pubblicherà un nuovo documento per  i  vescovi, con le indicazioni su come comportarsi nei casi di abusi   sessuali. Ci si aspetta di trovare linee guida su come comportarsi con  le vittime, come collaborare con le autorità civili, come proteggere i  bambini ed educare i futuri preti. Ma tutto ciò avrà un’efficacia  limitata se il comportamento di fondo della Chiesa resterà invariato. E  la storia di “Sex and the Vatican” dà motivo di credere che sia così.
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